Scontro finale

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Nibius
view post Posted on 27/11/2012, 10:21




È passato così tanto tempo da quando abbiamo lasciato la Terra del Sole che non mi ricordo quasi più l’odore dell’accademia.

Dopo vari consulti e spedizioni di messaggi con i comandanti dell’esercito della Terra dell’Acqua e del Mare decidemmo di non formare un unico esercito per attaccare il nemico ma colpirlo su più fronti. Tutti i Maestri e ufficiali di alto rango erano a conoscenza di questo piano. Forse dividendo le forze del Tiranno potevamo tener testa a quel mostro. Lungo il cammino abbiamo addestrato gli allievi a questo giorno ma non ero sicuro che fossero pronti. I Maestri avevano dato il meglio per prepararli; ora stava agli studenti dimostrare a tutto il Mondo Emerso che l’esercito dell’Accademia era il più potente e preparato.

La Rocca si ergeva ormai vicina, si riuscivano a scorgere tutti i dettagli delle sue granitiche mura, l’aura di morte e desolazione che emanava trapassava la pelle e lasciava un gelo nelle ossa, una spossatezza immensa.
La marcia forzata fino a quelle desolate lande aveva stancato molto l’esercito delle terre libere; uomini, gnomi e draghi non avrebbero resistito un’altra settimana di viaggio.

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Uscii dalla tenda di Folward con lo zoppicante stregone al mio finaco appoggiato al suo bastone.
<<e’ una misura necessaria amico mio, spero solo che tu non debba farlo>> la fredda aria della notte creava nuvolette di vapore ad ogni parola che pronunciavo.
<<lo spero anche io, lo sai che non è permesso modificare così la natura. Se il consiglio ci scoprisse finiremo in guai seri. C’è la pena di morte per chi usa arti proibite>> rispose Folward accigliato.
<<sono disposto a dare la mia vita se questo vuol dire salvare anche solo un’anima di questo esercito>> la luce della luna illuminava appena la figura esile del mago che, con il suo pallore naturale, sembrava avere la pelle di pietra. Gli appoggiai una mano sulla spalla e lo guardai con sguardo rassicurante.
<<domani sarà un gran giorno per il Mondo Emerso, forse sarà la nostra ultima alba quella che sta per sorgere, ma rimarrà sempre un gran giorno>>

QUOTE
Nello spoiler c’è la parte del post personale, non è necessaria ai fini della guerra ma consiglio di leggerla dato che ci ho messo mezzora per farla :)

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SPOILER (click to view)
La luna era alta nel cielo quando giunsi da Zabimaru. Il dragone era raggomitolato intorno al carro chiuso dove tenevo la mia e la sua armatura da battaglia, non quella leggera che usavo normalemente.
Per i membri della mia famiglia usare quell’armatura in battaglia era un privilegio che veniva concesso a pochi, era stata forgiata per il capostipite e tramandata di generazione in generazione, nel corso degli anni era stata protetta da più e più incantesimi ma mai modificata nell’aspetto. Incuteva un senso di rispetto alla vista, dietro alla maschera ci si sente invincibili.
Zabimaru era calmo, da più di una settimana non azzannava più nessuno. Non aveva nemmeno liquefatto con il suo temibile soffio d’acido le colline intorno o gli alberi che lo infastidivano, anche lui percepiva l’avvicinarsi della battaglia.
<<questa volta ci siamo Zabimaru>> gli dissi, lui di risposta sciolse la presa dal prezioso carico e il tetto del carro scricchiolò.

carro_trasp

<<per fortuna che non sei grosso come gli altri draghi altrimenti avremmo avuto delle difficoltà a farci stare tutta la tua armatura qui dentro>> presi dalla tasca la pesante chiave d’oro e aprii la serratura. Quando entrò nella toppa si sprigionò una flebile bagliore azzurro. Si sentì un rumore di meccanismi che si muovevano e infine un piccolo scatto della porta. L’aprii appena per vederne il contenuto.
Nella poca luce della luna, nascosta dietro una leggera nuvola, si riusciva a intravvedere la mia armatura ma non quella del drago nero. Presi l’elmo tra le mani. Non avevo mai indossato questa armatura in battaglia ma era necessario; chiusi gli occhi e appoggiai la fronte sul metallo gelato.
<< Per tutte le vite che implorano il mio aiuto. Per l’onore della mia famiglia, io erede di Zorkesan von Nibius, Edward von Nibius qui davanti alla sacra armatura giuro di combattere per l’esercito libero del Mondo Emerso>>
La luna fece capolino dietro le nuvole illuminando tutto il campo e la vallata, ora si poteva scorgere anche l’armatura di Zabimaru con l’enorme maschera che stava ancorata sopra la mia.
<<e’ un’onore combattere con te Zabimaru>> il dragone proruppe in un ruggito che fece tremare la terra.
Un ruggito di rabbia, determinazione e fedeltà.

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L’alba era vicina quando arrivai vicino all’unica tenda che dovevo visitare quella notte. In giro c’erano solo le poche sentinelle di guardia, quando ne incrociavo una salutavano con rispetto e mi lasciavano proseguire senza parlare. Anche loro sapevano che ormai eravamo vicini alla Grande Terra.
La tenda di Layla era un po’ più grande delle altre dato il suo grado da Cavaliere.
Mi fermai a qualche metro di distanza; forse quella sera sarebbe stata l’ultima per parlare con le, per stare con lei.
Estrassi dalla tasca un soffice drappo di seta, all’interno un anello d’oro finemente tempestato di piccole gemme preziose rosse. Lo guardai per un momento. Era senz’altro un oggetto di grande valore ma in quel momento mi sembrò inutile; il giorno dopo saremmo andati al massacro, ne ero convinto.
Non trovai il coraggio per entrare, legai l’anello con il drappo rosso a uno dei bastoni che sorreggevano la veranda e lo lasciai li, Layla sicuramente lo avrebbe trovato appena uscita dalla tenda.
Mi allontanai a passo svelto verso la mia tenda.

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L’alba della battaglia era sorta, io e gli altri quattro Cavalieri di alto rango eravamo nella mia tenda per discutere delle ultime tattiche.
Il piano era semplice: l’esercito delle Terre dell’Acqua e del Mare avrebbe attaccato da nord mentre noi avremmo attaccato da est, dovevamo colpire velocemente senza lasciare il tempo al Tiranno di reagire e proteggere le sue truppe.
Baltharot, Ruben, Sorobre, Layla ed io eravamo già tutti bardati in armatura; gli elmi appoggiati sul tavolo davanti ad ogniuno.
Ricapitolai per l’ennesima volta il piano.
<< Baltharot, tu guiderai la cavalleria di destra per accerchiare il nemico>> mostrai le direzioni sulla mappa.
<< Ruben, tu condurrai i fanti in prima linea>> Ruben era un guerrirero formidabile, sopra la cinquantina ma ancora dotato di una forza e l’agilità di un ventenne.
<< Sorobre, tu prenderai le redini della cavalleria di sinistra>>
<<layla...>> il mio primo impulso fu quello di lasciarla nelle retrovie per guidare il reparto medico e un’eventuale fuga ma probabilmente avrebbe oltrepassato il tavolo con un salto e mi avrebbe riempito di pugni.
<<tu ed io capitaneremo i Cavalieri di drago, dall’alto avrò una visione d’insieme della battaglia migliore>>
Discutemmo ancora per qualche minuto, ogni Cavaliere avrebbe guidato dall’alto del proprio drago le sue truppe.
<<tutti avremo un Consigliere ad affiancarci in caso di bisogno. Sceglietevelo con cura>> mi alzai e presi il mio elmo sottobraccio.
<<signori... e signore, è un onore combattere per voi per il Mondo Emerso>> uscimmo tutti insieme dalla tenda verso i nostri draghi.

Folward mi intercettò zoppicando
<<edward, mi piacerebbe affiancarti in questa battaglia>> era chino sul suo bastone, ogni giorno faceva più fatica a muoversi.
<<folward, ricordati del nostro piano, non ho bisogno di protezione. Guida i Maghi e conducici alla vittoria, va bene?>> gli sorrisi
<<come desideri ma non ti perderò d’occhio>> fece un lieve inchino e zoppicò via.
Gli altri Cavalieri ed io indossammo gli elmi e ci preparammo alla battaglia.
Al di la delle colline, una macchia scura usciva dalla Rocca.

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DA SINISTRA A DESTRA
Layla - Baltharot - Edward – Ruben - Sorobre

Edited by Nibius - 29/11/2012, 18:28
 
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scoiattolinaTheBoss
view post Posted on 27/11/2012, 12:22




PG: Layla Havernoonth, Cavaliere di Draghi.

Mi svegliai molto prima dell'alba. Avevo fatto un incubo e non sarei certo riuscita a riaddormentarmi. Immagini di morte si susseguivano nei miei sogni e al risveglio mi sentivo molto più stanca di quando ero andata a dormire.
Spostai le coperte e mi alzai. Accesi una candela e cercai la bacinella d'acqua per lavarmi via la stanchezza e il sudore. Era ghiacciata ma non ci feci molto caso. Quando me la gettai addosso si alzò una nube di vapore proveniente dal mio corpo. Ero bollente.
Mi vestii con il necessario equipaggiamento da portare sotto l'armatura. Infine, dato che l'alba non era ancora sorta, decisi di scrivere tutti i miei pensieri sul diario.
"Forse è l'ultima volta che lo farò..." cominciai. "Queste memorie saranno tutto ciò che rimarrà di me se la battaglia dovesse andare male. L'esercito del tiranno è in netta superiorità numerica. I nostri studenti sono pochi, giovani e non so se riusciranno a reggere il peso della guerra."
Scrissi molte cose, quella mattina, molto di ciò che non avevo mai scritto, pensieri, emozioni. Avevo paura ma non potevo mostrarlo. Avevo dei ragazzi da guidare in battaglia.
Un timido raggio di sole si infilò nella mia tenda e capii che era il momento di andare. Dovevo occuparmi innanzitutto di Yarell, recuperare le nostre armature e poi fare un'ultima riunione prima di partire.
Uscii dalla tenda e un nastro rosso appeso all'ingresso mi fece sobbalzare. Era legato ad uno dei paletti che tenevano sollevata la tenda. Mi avvicinai e notai un meraviglioso anello dorato tempestato di pietre. Era magnifico. Capii subito che era stato Edward e ricacciai indietro le lacrime. Sarebbe stato bello aver passato l'ultima notte insieme ma nessuno dei due aveva avuto il coraggio di farlo. Sapevamo entrambi che non saremmo riusciti ad uscire dalla tenda e affrontare la battaglia.
Mi infilai l'anello al dito e legai i miei capelli con il nastro rosso.

Mi diressi quindi verso lo spiazzo dove Yarell dormiva. Qualcuno aveva già portato lì il carro con le nostre armature. La mia famiglia era piena di Cavalieri di Draghi ma solo al migliore andava l'Armatura di Sangue. Era un nome alquanto stupido ma erano secoli che si chiamava così e nessuno aveva avuto il coraggio di cambiargli il nome. Se fosse stato per me non l'avrei indossata ma emanava una strana energia, quasi come se fosse viva. Sembrava urlare a tutti che chi la portava era un leader da seguire.

Salutai Yarell che si strusciò con il muso sul mio braccio.
-Oggi combatteremo insieme Yarell. Grazie per avermi dato questa meravigliosa possibilità. Sono onorata di essere il tuo Cavaliere.
Poco lontano sentimmo il ruggito di Zabimaru e Yarell gli rispose di rimando. In poco tempo ogni drago sulla piana si unì al coro di ruggiti, un rumore assordante da far tremare la terra e che ti vibrava nelle ossa.


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Intorno al tavolo eravamo in cinque. Edward era il leader indiscusso e decise per ognuno di noi un ruolo. Per un attimo credetti che mi avrebbe spedito nelle retrovie ma fui sollevata nel constatare che non mi sottovalutava. Decise che avremmo combattuto praticamente fianco a fianco.
Come ultima cosa ci disse che potevamo scegliere un Consigliere da portarci in battaglia.

Uscita dalla tenda trovai Selene ad attendermi.
-Lasciami essere il tuo Mago.- disse.
Scossi la testa. -Selene tu sei un grande Consigliere ma le tue Magie più potenti sono quelle di cura. Devi stare in Infermeria e concentrarti sui feriti. Io so usare la Magia e me la caverò benissimo da sola.
Lei parve delusa un momento ma poi annuì determinata. Si allontanò di corsa verso l'infermeria e io andai a cercare un altro Mago. Non me la sentivo di chiedere a nessun altro di guardarmi le spalle.
Trovai Vaan nella sua tenda, intento a sistemare dei pesanti tomi di Magia.
-Sapevo che saresti venuta da me.- disse solo quando mi vide.
-Non te lo chiederei se non sapessi che sai combattere. Sei un guerriero oltre che un mago. Non dovrai stare in prima linea ma dovrai essere leggermente esposto per riuscire a tenermi d'occhio. Non è me che dovrai proteggere ma Yarell e soprattutto dagli attacchi che arrivano dal basso. Io sarò troppo impegnata a combattere per proteggerlo.
-Layla non c'è bisogno che mi spieghi altro. Amo i Draghi come chiunque altro. Proteggerò Yarell e sarà un onore farlo. Tu occupati di te stessa e cerca di non morire.

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Il nostro esercito si radunò ben diviso in plotoni. Ognuno aveva ricevuto le indicazioni necessarie per la battaglia. Vidi che avevano dotato ogni soldato di una giubba di cuoio spessa, una placca di metallo da mettere sul cuore, un elmo, gambali di cuoio e armi. Nei loro occhi traspariva il terrore e sollevai le spalle. Li guardai bene imprimendomi l'immagine di ognuno di loro.
"Quanti di loro moriranno oggi?" pensai. "Quanti di loro salverò?"
Mi voltai e vidi che anche l'esercito del Tiranno stava schierando le sue truppe. Ora dovevamo solo attendere che tutti i ragazzi fossero pronti e il discorso di Edward.
Strinsi i pugni e sorrisi. Sarebbe stata una battaglia epica.

Racconto di Selene, COnsigliere della Terra del vento

PG: Selene, Consigliere della Terra del Vento.
Rilessi per l’ultima volta tutte le formule magiche complesse che mi ero portata dietro. Da poco avevo ideato, insieme a Vaan, altri incantesimi di potenziamento. Dopo anni di ricerca finalmente ci eravamo riusciti ma non sapevo se sarebbero serviti a qualcosa durante la battaglia.
Uscii dalla tenda poco dopo l’alba e mi diressi a fare colazione.
Mangiai svogliatamente la zuppa acquosa e grumosa. Mi sforzai di mandarla giù perché poteva essere l’ultimo pasto che facevo.
Osservai i ragazzi nella mensa che si preparavano e pensai che alcuni di loro non sarebbero arrivati a sera. Nei loro volti scorgevo chiari segni di stanchezza e terrore ma non trovavo parole di conforto per nessuno di loro. Qualcuno gettò uno sguardo di speranza verso di me ma mi limitai ad abbassare la testa. Non ero brava a fingere.
Mi alzai e andai verso la tenda dei Generali. Non ero ammessa alla riunione ma dovevo parlare con Layla. Quando arrivai sentii alcune parole di Edward che disse che potevano scegliere un Mago che li accompagnasse in battaglia.
Appena Layla uscì la bloccai.
-Lasciami essere il tuo Mago.- disse.
Scosse la testa. -Selene tu sei un grande Consigliere ma le tue Magie più potenti sono quelle di cura. Devi stare in Infermeria e concentrarti sui feriti. Io so usare la Magia e me la caverò benissimo da sola.
Incassai il colpo abbassando le spalle. Non mi ero aspettata un rifiuto. Però non aveva tutti i torti. Solo che stare in Infermeria mentre tutti combattevano mi metteva troppa ansia e mi faceva sentire inutile. Alla fine annuii e mi diressi di corsa verso la tenda dell’Infermeria.
Al momento era vuota, enorme e con duecento brande posizionate a due pasi l’una dall’altra.
“Che spreco di spazio.” Pensai.
Sorvolando con lo sguardo su tutti quei letti mi si formò nella mente l’immagine di tutti i feriti durante la battaglia. I duecento letti occupati e zuppi di sangue, feriti sdraiati a terra su mucchi di paglia e il terreno bagnato dal sangue.
Scossi la testa per eliminare quell’immagine dalla mia mente e uscii. Non potevo stare con le mani in mano fino all’inizio della battaglia. Dovevo trovare i miei ragazzi e radunarli, spiegare loro cosa c’era da fare e rassicurarli come potevo.
Trovati i primi feci spargere la voce e in un’ora eravamo tutti dentro la tenda. Li guardai. Erano una ventina di ragazzi. “Troppo pochi” pensai.
-Oggi comincerà la battaglia. Dovrete essere pronti a qualsiasi cosa entrerà da quella porta. Ci saranno persone senza braccia, con tagli così profondi da vedere le ossa, vostri amici, persone che non conoscete, forse addirittura parenti. Tutto ciò non vi deve importare. Mantenete il sangue freddo e cercate di concentrarvi al massimo. Non cedete davanti ai soldati. Se vi sentite male uscite e prendete aria. Mano a mano che usate le pozioni mandate qualche ragazzo più inesperto a farne ancora. Non abbiate paura di non farcela. Esaminate il paziente e se vedete che siete in difficoltà chiamate un Mago più esperto o me. Non usate la Magia a meno che il paziente non abbia perso troppo sangue e quindi abbia la pelle molto bianca, addormentateli solo se non riescono a sopportare il dolore e si dimenano. – feci una pausa per prepararmi a dire la cosa più brutta. –Curate solo chi riuscirà a sopravvivere. Gli altri mandateli in questo angolo e se avrò tempo mi occuperò io di loro. Non perdete energie con chi è più di la che di qua. Adesso voglio che ognuno di voi ripassi gli incantesimi che conosce e chi non ne sa cominci a fare altre pozioni o a raccogliere erbe. Cominceranno ad arrivare presto.


Hisha Endless

PG: Hisha Endless, Maestro dell’Accademia.

Soppesai la spada tra le mani, ne saggiai l’impugnatura e provai un fendente all’aria.
-Vedi? È una buona spada. Ora fatti aiutare ad infilare la giubba e va’ dal tuo Capitano.
Il ragazzino prese la spada e annuì convinto. I suoi capelli dorati gli scesero sulla fronte e li ricacciò indietro con un gesto leggero.
-Grazie Maestro Hisha.
Gli sorrisi mentre correva ad indossare la giubba ma mi sentii stringere lo stomaco. Era un ragazzino così piccolo che mi si spezzava il cuore al pensiero di vederlo morire sul campo di battaglia.
Era così dall’alba. Stavo aiutando i ragazzi a vestirsi e preparare l’equipaggiamento necessario ma era un lavoro difficile. Pochi ragazzi erano stati nella vera battaglia e ancora meno avevano maneggiato una spada abbastanza a lungo per riuscire a sostenere un duello contro un soldato più esperto.
Feci un cenno ad uno dei ragazzi più grandi e gli dissi di prendere il mio posto. Io dovevo prendere aria.
Quando uscii dall’area adibita a magazzino lasciai i miei piedi liberi di andare dove volevano e mi condussero alla piana dei Draghi. Era ovvio. Dovevo vedere una persona prima di tutto.
Trovai Zack davanti al suo Drago.
-Zack.- lo chiamai.
Non dissi altro e cominciai a camminare sentendo i suoi passi raggiungermi.
-Non combatterai in sella al Drago oggi ma forse posso far si che tu combatta a cavallo. Non credo di poter fare molto altro. Sul cavallo sarai in una posizione favorevole sui fammin e sarai comandato da un Cavaliere di Draghi molto bravo. Saprà guidarvi bene.
-Tu dove sarai?- mi chiese.
-Tra le prime linee dei fanti. Devo mostrare coraggio per le mie truppe. Si faranno forza vedendo che combatto al loro fianco. Insomma, un pochino i ragazzi mi ammirano oltre che temermi no?- mi girai e lo guardai dritto negli occhi. –Abbi cura di te.- lo abbracciai stretto. Era raro che facessi questi gesti verso di lui ma oggi ne avevo bisogno. –Ci vediamo stasera.
Lo lasciai per tornare al mio lavoro con i ragazzi. Dovevo spiegare ad ognuno di loro cosa fare e dove andare. Vidi alcune delle ragazze del mio corso di lancio dei pugnali e dissi loro di andare a farsi dare alcuni pugnali e una giubba di cuoio. Le placche metalliche erano riservate solo a chi combatteva nella mischia anche se servivano a poco. I fammin erano talmente forti che riuscivano a distruggere un’armatura di acciaio temprato.
Passai alla mia tenda e mi vestii. Uscii nella mattina e mi diressi verso il campo. Ormai c’erano quasi tutti quindi presi posto tra i ragazzi delle prime file. In prima linea e seconda c’erano i ragazzi più muscolosi che dovevano tenere il muro di scudi. La prima mezzora di battaglia sarebbe stata piuttosto ferma ma appena il primo avesse ceduto un fiume si sarebbe riversato nelle file nemiche. Sperai di far parte di quel fiume e non della parte che veniva innondata.


Edited by scoiattolinaTheBoss - 28/11/2012, 12:49
 
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view post Posted on 29/11/2012, 14:51
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Somma Sacerdotessa dell'Eros

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Pg: Sorhan Meeblade
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"scritto"


Ps. La poesia fa schifo me ne rendo conto, ma era ispirata ai versi dell' Iliade (composta appunto durante l'ora di Epica xD), però ci ho provato a tenere la rima xD


Erano passati due mesi e quella folle impresa continuava. Lentamente e consapevoli delle insidie e dei pericoli che aumentavano, avanzavamo senza mai fermarci e riposarci. Gli allenamenti erano faticosi, le punizioni severe e i viveri troppo pochi. Grazie a Hisha e ad Edward le reclute più giovani e inesperti avevano fatto dei passi da giganti in avanti. L'accademia sembrava uno scherzo della natura rispetto a tutta l'attività dell'accampamento: giorno e notte, il lavoro non finiva mai. Dovevo ammettere che tutto quello che sapevo fare l'avevo imparato lì, fra le tende modeste e la dura terra. Personalmente avevo imparato a conoscere le potenzialità e i difetti dei pugnali, sia per il corpo a corpo sia per i lanci, curare i veleni principali e impugnare in modo elementare una spada. La netta impressione di averla tenuta in mano, non affievoliva mai la magnifica sensazione che avevo provato. Avevo persino evocato la magia Sonno, frequentando assiduamente le lezioni di Selene nell'infermeria.

Già quando eravamo partiti e si era diffusa nella Terra del Sole la notizia della partenza era sempre esistita una tensione che si cercava di sdrammatizzare con battute futili e minimizzando la situazione. Eppure questa si stava schiacciando contro di noi con forza e non potevamo più ignorare la realtà: eravamo in guerra e si stava sferrando l'attacco finale! La paura esplose con un grande boato e si poteva leggere uno smarrimento negli occhi delle reclute da scoraggiare chiunque. Cercavo di farmi coraggio guardando quelli che mi sembravano più sicuri: il generale ed Hisha. Coloro che conoscevo ed erano i miei maestri, i miei punti di riferimento. Come dei veri leader erano molto attivi e con il loro comportamento incoraggiavano le truppe. Da quello che avevo sentito era stato già tentato, anni fa, un assalto contro la Rocca e il tentativo era finito miseramente, con numerosissimi morti e pochi superstiti. Come volevo io, piccola com'ero resistere a quella valanga di morte e distruzione? Non ne avevo la più pallida idea e cercavo di incoraggiarmi e di restare lucida. Eppure era più forte di me, vedendo un volto pallido e senza speranze cadevo nello sconforto. Almeno avevo ucciso e questo non mi avrebbe spaventato più di tanto, al momento della battaglia. Eppure mi terrorizzava alquanto spaccare il cranio ai miei nemici. E' una responsabilità che già sapevi che dovevi affrontare... quando hai accettato di diventare una guerriera!

Avevamo finito il nostro allenamento serale e Hisha era stata molto sbrigativa parlando dell'indomani spiegandoci solo come dovevamo indossare l'armatura che ci avrebbero assegnato, ma rassicurandoci che ci avrebbe aiutati. Meglio così, non avevo mica capito tanto! Andai a mangiare il misero pasto alla mensa, dopo aver servito gli altri soldati. Non c'era il minimo bisbiglio e tutti si cibavano con lentezza e in religioso silenzio. Non potevo guardarli, dovevo essere forte ed andare avanti... ma come potevo con quelli più grandi ed esperti di me che ti guardavano con tanta pena? Mangiai velocemente e uscii dalla tenda, quasi scappando da quel luogo. Non ci riuscivo proprio a stare in loro compagnia. Tutti avevano paura di morire ma tu che eri più giovane che dovevi fare con i loro sguardi? Suicidarti forse? Che diamine. Ero nervosa me ne accorgevo anche da come pensavo e come reagivo. Sbuffai e prima di andare a dormire mi andai a sedere su un sasso, isolata da tutti gli altri. Dovevo riflettere, sul mio passato e sul futuro... se ci sarebbe stato. Basta!BASTA! Non ne posso più mi scoppia la testa con tutto questo pessimismo! Non ne posso più! Le tempie mi stavano letteralmente scoppiando. Se tutte le notti prima della battaglia erano così, i guerrieri dovevano avere un bel po' di nervi robusti che io non avevo! Iniziai a respirare lentamente e concentrandomi solo su di esso. Avevo solo la consapevolezza che il diaframma si gonfiava e si svuotava, ripetutamente e senza alcuna fretta. Sentii le ansie dissolversi per un attimo e incominciai a pensare già con più razionalità.

Nella mente si formavano tutti i motivi per cui avevo preso la decisione di diventare una guerriera. Ero scappata dalle miniere al confine della terre delle Rocce, dove ero stata deportata dalla Terra del Fuoco. Avevo imparato tutto su quel metallo che però mi aveva fatto tanto dannare nelle viscere della terra! Volevo liberare tutto il mondo emerso. Ma era una consapevolezza che avevo rettificato nel corso della guerra: se combattiamo contro qualcuno vuol dire che non tutti hanno la stessa opinione e quindi non combattevo più per il mondo emerso. Poi io non conoscevo quasi nessuno di questo mondo. Quindi per cosa combattevo? Per le anime innocenti che non avevano il diritto di essere uccise con tanta brutalità e violenza. Non le conoscevo e nessuno è perfetto ma... sapevo che esistevano come i miei genitori dopotutto. Poi nella tendopoli avevo conosciuto tanta gente per cui valeva combattere: i miei stessi compagni Dakan, Barod, Doran, El, Neima. La ninfa non sapevo dove fosse finita ma dovunque fosse andata mi sarebbe restata forgiata nel cuore la sua amicizia e la sua innocenza. Si io combatto per loro!. Mi alzai di scatto con i pungi serrati e rivolti verso il cielo. Gli occhi erano infiammati di determinazione e consapevolezza di quello che facevo e avrei fatto. La luna mi illuminava il viso e mi faceva credere che anche nei più oscuri meandri del mondo una luce esisteva e che ci avrebbe sempre accompagnati. Tutto il mio passato iniziò a scorrere velocemente nel mio cervello e anche i piccoli fallimenti erano state delle anticamere di grandissime vittorie. Infine lanciai il mio giuramento al firmamento stellato Non so se resisterò o soccomberò domani. Quello che so è che farò tutto il possibile, fino all'ultimo respiro, di rimanere in piedi e combattere per i miei amici e tutti gli innocenti! Niente mi fermerà... Isal verrò a prenderti! Quasi piangendo per l'imbarazzo mi calmai e lasciandomi abbracciare dalla calma me ne tornai mesta nel dormitorio. Con un nuovo spirito e obiettivo! Volevo prendere il mio diario che avevo iniziato ma era incompleto, poichè durante tutti i giorni prima della battaglia lo avevo lasciato a marcire nel mio piccolo bagaglio, quel paesaggio notturno mi suggeriva una poesia. Presi i fogli logori e ritornai sul masso. Non avevo mai scritto una poesia, ma volevo tentare. Non mi costava niente dopotutto! Al massimo sarei vissuta nella mente della gente come colei dell'anonimo della guerra. Ridacchiai quasi rincretinita e i miei occhi incrociarono la rocca che si scorgeva in lontananza. Era nera e costruita con quella pietra che mi aveva tenuto rinchiusa e prigioniera del Tiranno. Maledetto ti ho aiutato a costruire quel COSO, sta sicuro che aiuterò anche in minima parte a strappartela via! Quel metallo è costato vite e sangue di ragazzi e gnomi come me. La guardai quasi con odio poi mi rimproverai per il mio sentimento. Infine scrissi con una calligrafia chiara e precisa
"
Oh guerra infinita
perchè distruggi
le vite innocenti
e fai piangere i guerrieri che le guardano giacenti
sui duri suoli
della mischia

Oh guerra infinita
perchè infliggi i dolori
sui poveri superstiti
che doloranti e sconfitti
gli inanimati corpi
van raccogliendo e una lenta litania si alza

Oh guerra, continua lotta
che gli animi disperi
perchè tanti smarrimenti
negli occhi imploranti
degli inesperti guerrieri
che tanto si dispera la mente mia?

Oh guerra,continua lotta
perchè il Tiranno vuole la distruzione
dei popoli e dei mezzelfi tutti?
e ora che li ha distrutti
quali sono i suoi obiettivi?
e ora mi dispero per i desideri del despota."

LUNGA VITA ALLE TERRE LIBERE!

Lessi velocemente i righi, come primo tentativo non era male. Sorrisi soddisfatta e chiusi i fogli, sigillando i versi al bagliore lunare. E'ora di andare a dormire. Guardai con rammarico per l'ultima volta la piana e mi incamminai verso il dormitorio con passo rapido.

Ecco dove mi aveva condotta tutta la mia perspicacia e costanza. Eppure la notte non fu neanche tranquilla. Cercavo di rimanere tranquilla ma la nuova mentalità non bastò. Ero destinata a passare una notte in bianco. Allora cercai di consolarmi pensando Almeno non sognerò scene di guerre, morte o altro. Mi immobilizzai, cavoli non ci avevo pensato! Mi portai le braccia dietro la testa e rabbrividivo ogni volta che pensavo a un' episodio uno ancora più cruento dell'altro. Come potevo essere preparata a quello spettacolo, quel frastuono e alla paura? Tutto lì si decideva in un nano secondo e se non si esibiva un affondo al momento cruciale ci rimanevi secco. Mentalmente ripassai tutte le lezioni e mi impartii che prima di tutto dovevo possedere almeno un arma e non farmi distrarre da niente e da nessuno. Probabilmente sarei stata così impegnata che non avrei pensato neanche alla paura e al dolore di una ferita. Intorno a me, intanto, sentivo un continuo fruscio di corpi e mugolii lamentosi, anche i miei compagni non prendevano sonno e si lamentavano, bofonchiando fra le coperte leggere. Sospirai piano, avrei fatto di tutti per aiutare gli altri a superare quell'ostacolo: poichè vedendoli positivi anche io avrei trovato un motivo in più per riuscire nell'impresa. All'improvviso una macchia scura si andò allargando nella mia coscienza, fino ad abbracciarla tutta. Le membra erano pesanti e sonnecchiai per qualche ora.

Come un sesto senso sobbalzai e mi misi a sedere. Avevo sognato qualcosa di terribile, eppure non me lo ricordavo. Ne avevo soltanto una leggera percezione. Non mi soffermai più di tanto a ricordare che cosa la mia incoscienza aveva prodotto. Mi distesi e socchiusi le palpebre. Ma un ringhio improvviso mi scosse. Era forte,determinato ma anche terribile e spaventoso. Subito dopo un altro verso gli fece eco, altrettanto forte ma non così temibile. Infine si alzò un vero coro che fece scuotere tutto l'accampamento. Un pensiero istintivo e ancora dettato dal sonno mi suggerì I draghi... Non avevo ancora avuto l'occasione di guardare quelle creature mitiche e misteriose. Erano sicuramente affascinanti ma anche spaventosi e agguerriti. Hanno capito anche loro la situazione... con una potenza simile, come possiamo perdere? La determinazione è madre di tutte le vittorie eppure.... eppure il Tiranno ha qualcosa di ancora più terribile che ti mette solo paura ma non rispetto e libero arbitrio. Origliai ancora un po' il campo e sentendolo silenzioso, tranne il russare di una ragazza, mi assopii.

Feci una notte molto particolare: mi alzavo di soprassalto anche pochi minuti per addormentarmi subito dopo. Prima dell'alba mi svegliai e decisi che sarei andata un po' fuori a prendere un po' d'aria fresca. Tutte le reclute ancora non si erano alzate quindi era ancora presto. Uscii sulla punta dei piedi e con il passo felpato, riuscii a non svegliare nessuno. Mi sembravano dei sassi, non delle persone! Il sole non era ancora sorto anche se si iniziava a vedere una lieve illuminazione. Volevo assistere alla nuova alba, fino all'ultimo istante. Rappresentava un nuovo inizio, la vita... volevo godermi quel momento per poter dire " sono morta vedendo questa meraviglia e mi rallegrerà per sempre". Ogni istante la posizione dell'astro splendente faceva cambiare le sfumature delle nuvole facendole assumere luci arancioni e rosa pesca. Erano meravigliosi e sembravano così soffici, dove avrei riposato per sempre... Ancora con questa storia? Ma sei una testaccia di coccio! Te la spaccherai da sola la testa, non hai bisogno di nemici come il Tiranno. Scrollai le spalle e guardando soltanto il firmamento e la lenta ascesa del sole cercavo di rilassarmi, di non pensare a niente. In un certo senso ci riuscii, troppo incantata dalla bellezza della natura, chi avrebbe potuto cambiarla e distruggerla? Ripresi i miei versi e rileggendoli, mi sembravano così significativi e belli. Alla fine con la mano tremante "firmai" la poesia con le seguenti parole
" Anonima dell'esercito delle Terre Libere
Proprio come volevo essere ricordata, almeno per ora. Non ero brava e molti altri più capaci di me erano morti. Visto che non avevo fatto niente di utile, fino adesso, mi sembrava più che sufficiente firmare così la poesia. Perchè almeno ci avevo provato e facevi parte delle Terre libere.Era una cosa che mi apparteneva e mi aveva aiutato a sfogarmi di tutto quello che avevo pensato. Eppure non mi andava di tenerla rinchiusa nella mia tenda che sarebbe stata devastata dalla furia della guerra. Volevo lasciarla a qualcuno, perchè leggendo i miei versi, anche se fossi morta mi avrebbe pensato. Non avevo nessuno di così stretto e così fui costretta di tenerla per me.Vedendo l'agitazione nel campo, constati che era il momento di prepararsi. Scoccai uno sguardo verso il sole e mi avviai verso il raduno. Molti ragazzi erano già lì, ma non ero sicuramente in ritardo. Vidi Hisha che ci rispiegò il funzionamento della giubba e ci invitò ad andarla ad indossare.

Seguii subito il suo ordine, mettendomi in fila per ricevere "l'armatura". Da quello che avevo visto non era niente di imponente ed essendo la prima volta, non ci avrebbe sicuramente dato fastidio. Mi chiedevo però se sarebbe servito a qualcosa contro dei colpi forti. Mi consegnarono una giubba di cuoio e dei pugnali. Ritornando e cercando il mio posto nella mischia ricordai tutte le potenzialità di quel arma. Erano delle armi piccole e inutili contro le lance e aste lunghe tranne se si lanciavano. Utili per il corpo a corpo... ma in guerra il corpo a corpo si effettuavano raramente, anche perchè uno da dietro poteva sempre ucciderti alle spalle. E' proprio vero che il tuo migliore amico può diventare il tuo peggior nemico... Riflettendo sul da farsi mi posizionai nelle retrovie, che mi erano state indicate. Niente di pericoloso... non come le prime posizioni. Mi sorpresi della magnificenza e il timore che mi incutevano il Cavaliere Edward in groppa al suo drago. Era la prima volta che lo vedevo con l'armatura a completo. Scintillante, che ti metteva soggezione e rispetto soltanto a guardarle. Hisha era fra le prime file, e non riuscii a scorgere gli altri. Spaziando lo sguardo si potevano scorgere le guglie della rocca e l'esercito di difesa. Ancora non potevo individuare i pericoli e i mostri degli avversari, meglio così. Li avrei visti a tempo debito. Tutti ci stavamo posizionando e aspettavamo alcuni con impazienza, altri con timore, le parole del Generale che avrebbero dato il via alla battaglia. Buona fortuna a tutti.

Edited by Atena98 - 29/11/2012, 20:05
 
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Yoru_aili
view post Posted on 1/12/2012, 16:34




PG:Aoi

Legenda:
narrato
parlato Aoi
parlato Rakir
Ricordi
pensato


Era ancora notte fonda quando arrivai all'accampamento. La luna guardava ogni cosa terrena, indisturbata come una bellissima e letale regina che ride beffarda per la stupidità degli uomini. Ricambiai il suo sguardo per un momento dicendomi che lì da qualche parte anche Jona ci guardava. Mi ero spesso fermata a chiedermi se anche nel luogo dov'era ora aveva mantenuto le stesse fattezze di quando era ancora in vita. I miei stessi occhi e i capelli corvini come quelli di nostra madre. Strinsi forte il pugno e sentì le unghie lacerare la carne ma non me ne sorpresi, dopotutto quel gesto lo facevo sin da bambina per trattenere la rabbia o qualunque emozione che avrei voluto tenere nascosta.
Le emozioni sono solo debolezze e l'amore o qualunque cosa possa avvicinarsi ad esso è ingrado di distruggerti corrodentoti dentro. Ricordatelo sempre.. Aoi le parole di Jona mi vorticarono in testa facendomi quasi tremare le gambe.Me le aveva dette la stessa notte in cui fummo separati per volontà di nostro padre.. non lo vidi per molto tempo finchè non scappammo, la nostra ultima notte insieme.
L'amore è distruzione,Jona? Io non l'ho mai provato se non per te.. dissi in mente con gli occhi rivolti al cielo in segno di sfida. Mi sedetti vicino ad un albero e appoggiai la schiena al tronco e inizia a rimirarmi le mani che se ad un tratto fossero diventate stranamente interessanti. la piccola linea di sangue scendeva lungo il palmo fino ad arrivare al polso e in uno slancio istintivo ci passai sopra la lingua assaporando il sapore metallico del mio stesso sangue.
Mi riscossi quando capì cosa avevo appena fatto e risi isterica scuotendo il capo.
Mi sdraiai e guardai le stelle finchè le palpebre divennero così pesanti da chiudersi sui miei occhi facendo calare l'oscurita attorno a me.


Chi sei? Alzati! sentì qualcosa pungermi la gola e ogni mio senso si mise in allerta. Riaprì di scatto gli occhi e la prima cosa che vidi fu il cielo rosato, segno inesorabile del sole che iniziava a sorgere rendendo sempre più pallida la luna che aveva vegliato tutta la notte.
Mmmh che modi! risposi stizzita allontanando la spada dalla mia gola e mi misi seduta.
Guardai il mio "aggressore". Ad occhio e croce aveva la mia stessa età. I capelli biondi erano spettinati e gli occhi verdi mi guardavano allerta e incuriositi. La pelle era cerea e le labbra di un rosso acceso degno del frutto più succoso e proibito che possa esistere in questo angolo di mondo.
Non hai risposto alla domanda. Chi sei? Che ci fai qui? mi chiese insistente e io sbuffai. Mi chiamo Aoi, figlia del primo ufficiale del tiranno Levy..o meglio dire traditrice..visto che mio padre ormai mi considera così.. affermai per nulla dispiaciuta. L'arma in mano del ragazzo si posò di nuovo sulla mia gola e nei suoi occhi guizzò un misto di rabbia,stupore e disgusto (?)
E adesso toglimi questa maledetta spada di dosso mi stai facendo male! protestai quando la lama premette troppo sulla mia pelle e un rivolo di sange scese sulla mia gola.
Come faccio a fidarmi di te!? Stai dalla Sua parte no? disse indicando con un cenno la rocca del Tiranno dietro di lui.
Non hai la più pallida idea di cosa stai dicendo ragazzino! sibilai rabbiosa scacciando nuovamente la spada, che graffiò la mia pelle, e mi misi in piedi. Tu non sai niente! NIENTE! sembravo un animale rabbioso in quel momento ma non me ne preoccupai. So cosa state per fare, state dichiarando apertamente guerra al Tiranno no? Stolti! Ma va bene, se è il suicidio che volete chi sono io per fermarmi?! Solo che tra le schiere nemiche ci sarà mio padre. Voglio assistere alla sua caduta. Voglio che muoia come un verme.. le mie parole risultarono amare ma la mia voce era calma e tagliente come una lama.
Ci guardammo per quella che sembrò un'eternità, i miei occhi puntati nei suoi e il mio respiro lento come il suo.
Va bene, ti porterò da Selene. vedrà lei cosa fare di te.. decise e mi spinse avanti minacciandomi nuovamente con la spada puntata contro la mia schiena. Cammina. ordinò freddo come il ghiaccio.
Non mi hai detto il tuo nome.. mi voltai verso di lui con un mezzo sorriso sulle labbra.
Rakir...mi chiamo Rakir.. disse dopo un momento di esitazione.
Non commentai e seguendo le sue istruzioni mi trovai davanti ad un'enorme tenda ed entrai scortata da Rakir..ci stavo facendo l'abitudine a quel ragazzo dopotutto.
Ascoltai il discorso e poi mi feci avanti incieme al soldato. Discorso schietto ed essenziale.. sorrisi senza ironia a colei che sicuramente doveva essere la fantomatica "Selene".
Il mio nuovo amichetto dice che il mio destino è nelle vostre mani.. feci un gesto plateale verso Rakir. MI rimetto alla vostra benevolenza signora.. dissi inchinandomi con un sorrisetto sarcastico dipinto in volto.
 
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Franesca
view post Posted on 2/12/2012, 16:36




PG: Neima
legenda:
narrato
parlato
pensato
ricordi


Mi svegliai che era l'alba. Il freddo penetrava fin nella tenda, irrigideno ogni cosa che sfiorava con il suo alito letale. Buttai di malavaglia giù i piedi dalla branda. Gli altri dormivano ancora o almeno sembrava, erano tutti con le teste sotto le coperte mangiate dalla muffa, ma ero sicura che nessuno aveva dormito. Era l'ultimo giorno di tranquillità, poi la guerra. Erano tutti agitati e si sentiva. Si sentiva nell'aria fredda e immobile, piena di silenzio e di pensieri sopiti nell'animo di ogni guerriero, ogni recluta, ogni scudiero, anche nei più valorosi Cavalieri, perchè anche loro avevano paura. Tutti, nessuno escluso sapeva ciò che ci aspettava domani: la resa dei conti. Avremmo attaccato la Rocca.
Al solo pensiero rabbrividii e non lo feci per il freddo. Paura. Paura della più semplice specie. Ricordai i giorni passati all'Accademia. Avevo sempre pensato di vendicarmi, un giorno, ma nella quiete e anche un po' noiosa atmosfera dell'enorme palazzo squadrato, non mi sarei mai immaginata ciò che mi avrebbe aspettato il campo di battaglia. Ormai lo sapevano tutti, io ero finita in Accademia quando un Cavaliere mi aveva trovata lacera fra le rovine del mio paese e poi... E poi ero finita là, a studiare. Volevo combattere, ammazzare. Passavo i giorno a bigiare le lezioni e a picchiare i miei compagni. Poi...

Ero nella mia camera. Era mattina presto e non avevo nessuna intenzione di andare a lezione. La mia porta si spalancò. <<oggi vieni!>> Urlò il maestro.
<<ma io sto male...>> Dissi con la mia solita espressione straffottente.
Mi prese per il polso e mi trascinò in classe.
<<sei interrogata.>>
<<non ho studiato.>>
<<male. Chiamo Raven.>>
<<avrà cose più importanti.>>
<<quano si decide di buttare fuori dalla scuola un alievo è importante.>>
Ammutolii.

Il salone era enorme. Tanto, troppo. <<inginocchiati!>> Intimò la guardia, spiengendomi bruscamente in avanti. Caddi in ginocchio.
Raven entrò. Mi era sempre parso vecchio e borioso. <<neima, Neima, Neima.>> Disse. <<ti abbiamo accolta e continui a comportarti da villana cafona.>> Stava camminando per la stanza, poi si fermò, per scoccarmi uno sguardo gelido. <<ma io sono buono e ti darò un ultima opportunità. Ti manerò in guerra.>>
Sorrisi. La mia vendetta stava per compiersi.


Mi alzai dal letto, squotendo la testa. Non fu come immaginavo.
Gli allenamenti in accampamento erano molto più duri e la morte sempre accanto.
Mettevo tutta me stessa per recuperare i giorni persi in Accademia e mi allenavo giorno e notte, sotto la guida della maestra Hisha.
Mi aveva aiutato molto. Mi aveva insegnato cose che non avrei mai imparato stando in quel edificio squadrato.
Ma non solo avevo imparato molto nel combattere, ma anche mentalmente.
Tutto fu grazie a un paio di amici che mi fecero capire che da soli non si può fare nulla.
Barod, mi insegnò il valore dell'amicizia. Una cosa che avevo perduto.
Guardai con un sorriso il braccialetto con finimenti d'oro e argento legato alla mia caviglia destra. Quello sarebbe stato il mio porta foruna in quella guerra.
Poi ci fu Sorhan. Un'altra amica molto cara. Lei mi fece capire che la vendetta non serviva a niente. Capii per chi avrei combattuto. Per quelli come me che cercavano qualcosa nella vita. Per la libertà. E per me stessa. Volevo migliorarmi e diventare Cavaliere!

Finii finalmente di vestirmi e uscii dalla tenda. Domani... Domani avrei combattuto. Avevo paura e molta.
Sarei sopravvisuta? Avrei avuto il coraggio di uccidere? Sarei stata all'altezza di quel compito? Non potevo rispondere, non ora. Le risposte sarebbero arrivate domani, sul campo.
L'aria era tersa e il campo iniziava a svegliarsi. Respirai a pieni polmoni. Volevo godermi un po' di tranquillità.

Il giorno, aimè, passò in fretta, troppo in fretta. Fra lavori consegnatami per preparare l'attacco e silenzi. Qualunque cosa facessi e ovunque la facessi, c'era silenzio. Un silezio gravoso, pieno di dubbi e paure. Quel silenzio mi spaccava i timpani e mi rendeva pessimista. Alla sera mi misi su una pietra a pensare.
La vita passata, il futuro, se ci sarebbe stato, una miriade di senzazioni, dubbi e paure. No, no, no, troppo!! Dovevo calmarmi, perchè solo con la lucidità sarei sopravvisuta e avrei fatto qualcosa di buono. Come Hisha mi aveva insegnato, mi concentrai sul mio respiro e a poco a poco sì unì con quello della sera.

Sole splendete e tanti uomini. Tutti in armatura. Cercai con lo sguardo qualcuno che conoscevo per infondermi coraggio, ma nulla. Troppi soldati e poi il mio cuore martellava, senza darmi pace. Avevo i muscoli rigidi, pronti allo scatto e la bocca riarsa. La Rocca dieventava sempre più grande e minacciosa. La mia mente era un garbuglio di pensieri, che non riuscivo neanche a capire, e il mio corpo diviso dalla mente. Fu solo grazie a lui che riuscii a schierarmi.
Poi il vuoto. I pensieri svanirono e i sensi si accutirono. Aspettai il segno del generale. Sapevo che noi partivamo per ultimi. Poi i nemici non si vedevano ancora...
 
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Nibius
view post Posted on 18/12/2012, 10:13




Edward von Nibius, Generale dell’Accademia

Gli ordini furono inoltrati velocemente da noi a tutti i subordinati, i Maestri, fino ai soldati semplici e gli scudieri.
Noi ufficiali di alto rango salimmo sui nostri draghi bardati, pronto per la Guerra. Hathel-lith e Raw-celeb producevano un rumore metallico ogni volta che sbattevano contro l’armatura, nel fango rimanevano impresse le nostre orme come prova del nostro passaggio.
Mi issai sulla sella di Zabimaru pronto a partire, mi voltai verso Folward e gli impartii l’ultimo ordine.
<<prepara i Maghi>> volsi lo sguardo verso la Rocca, l’esercito del Tiranno era già pronto e schierato.

I fammin ruggivano e si colpivano con i pugni e i martelli il petto producendo un rumore sinistro.
Nella cima della torre nera si stavano alzando in volo diverse creature, poco più piccole di un drago medio, condotte da piccole creature, gnomi della Terra del Fuoco.

Volsi lo sguardo più a nord nella speranza di intravedere l’esercito delle terre del Mare e dell’Acqua ma non c’era nessuno, ci avevano forse abbandonati? Ormai non importava più, eravamo d’innanzi alla roccaforte del Tiranno dopo aver marciato per troppo tempo.
Non tutti erano pronti alla battaglia, eravamo in inferiorità numerica e poco motivati.

A cavalcioni di Zabimaru mi sporsi di lato per parlare ai Maestri e ai Cavalieri, non sarei riuscito a farmi sentire da tutti ormai le truppe erano troppo sparse.
<<riportate questo messaggio a tutti.
Noi siamo l’esercito delle terre libere, rappresentiamo la speranza e il desiderio di pace di tutte le persone del Mondo Emerso. Forse non riceveremo aiuto e forse questa sarà la nostra ultima alba, ma dobbiamo dare speranza a questo mondo che sta soccombendo al Tiranno. Noi siamo l’esercito dell’accademia della Terra del Sole, Cavalieri di Draghi e protettori della libertà>>

Gli altri generali esultarono e diedero ordine ai Maestri di diffondere il messaggio, un flebile incoraggiamento per le truppe per dar loro il coraggio e la speranza.
<< Poniamo fine a questo capitolo della storia e iniziamo una nuova era!>>

I corni che annunciavano l’inizio della battaglia risuonarono bassi per tutta la piana dove l’esercito si stava preparando. I draghi ruggirono e si alzarono tutti in volo per combattere contro quegli abomini creati dal Tiranno.
Guardai Folward diventare sempre più piccolo finché prendevo quota con Zabimaru.
<<aspettiamo voi maghi, amico mio, quando siete pronti>>
Quando fui in volo un macabro silenzio scese tra le fila del nostro esercito mentre i Fammin gridavano con ferocia inaudita.

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Folward, mago semplice.

Il discorso di Edward non fu dei migliori, anche lui ormai non vedeva speranza. Sapeva benissimo che senza il supporto dell’esercito del nord non avevamo molte possibilità. Non potevamo sapere quali fossero le reali forze del Tiranno nel suo territorio ma ormai eravamo in ballo, quindi iniziammo a ballare.

Mi accostai ad alla Consigliera della terra del Sole, Tamelie, una maga robusta, bionda di capelli e guance paffute. Avrei preferito avere al mio fianco qualcuno con cui avessi più intesa ma non mi sembrava il momento di fare gli schizzinosi.
<<mia signora, ho ricevuto il consenso di iniziare i preparativi dei maghi...>> inizia rispettosamente verso la donna.
<<ho sentito Folward. Cosa vuoi da me?>> era molto stizzita dal fatto che un semplice mago storpio avesse il privilegio di stare così a stretto contatto con uno dei cavalieri di più alto rango dell’accademia.
<<mia signora, vorrei che iniziasse i preparativi con me>> una scintilla le si accese negli occhi.
Il suo ego si gonfiò a tal punto che anche il suo corpo massiccio faceva fatica a contenerlo. Sapeva benissimo che saremmo passati alla storia come l’esercito che affrontò il Tiranno, e magari potevamo diventare l’esercito che aveva sconfitto il Tiranno. Iniziare con me i preparativi le avrebbe sicuramente permesso di avere un posto più rilevante nella storia e nella trama di questo mondo, avrebbe potuto usarlo come vanto e per rafforzare la sua posizione nel consiglio.
<<certo Folward, ti assisterei volentieri>> disse in un tono smielato.

Radunammo il plotone di maghi addetti alla protezione dell’esercito e iniziammo il canto di guerra.



Quando iniziammo ad intonare la melodia tutto l’esercito ci fece eco, colpendo con le armi gli scudi e sbattendo i piedi a terra. I draghi in cielo ruggivano e sputavano lingue di fuoco, ghiaccio e tuoni.
All’apice della canzone tutti i maghi rilasciarono insieme il loro potere, una specie di bolla iniziò ad allargarsi fino ad avvolgere tutti i soldati sotto il suo manto protettivo. Quando finì di espandersi alcuni maghi si sentivano già un po’ provati.

<<e’ giunto il momento>> dissi tra me e me.

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Edward von Nibius, Generale dell’Accademia

La bolla protettiva di dei maghi avvolse tutte le truppe di terra sotto una cupola traslucida simile ad una bolla di sapone.
<<fai risuonari il corno>> dissi ad Layla <<diamo inizio a questa guerra>>
I Fammin iniziarono a caricare e le creature volanti del Tiranno cercarono di ingaggiare battaglia con i nostri draghi.
 
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scoiattolinaTheBoss
view post Posted on 20/12/2012, 18:54




PG: Layla, Cavaliere di Draghi

Yarell sbuffò e ringhiò scuotendo la testa. Era irrequieto. L'attesa lo rendeva nervoso.
-Buono...- mormorai ma anche io ero irrequieta. L'ansia saliva e la tensione era quasi palpabile.
Dietro di me i ragazzi dell'Accademia stringevano le dita sulle armi. C'erano molti ragazzi che mi guardavano terrorizzati ma altri che avevano uno sguardo fiero negli occhi.
Mi raddrizzai sulla sella cercando di emanare un senso di sicurezza che in realtà non avevo.

Mi avvicinai con Yarell a Edward e Zabimaru che ci diede un messaggio da riportare al nostro plotone di soldati carico di forza e passione. Era sempre stato bravo con le parole.
Lo guardai negli occhi un secondo prima di dirigermi con gli altri alla mia postazione.
Riportai il discorso di Edward e dalle fila dei ragazzi si urlarono grida di vittoria per infondere coraggio. Urlai anche io levando in cielo la spada.

Improvvisamente Edward si alzò in volo. Non esitai e lo seguii spronando Yarell che si librò nell'aria contento. I suoi muscoli si muovevano con energia sotto ala sella. Mi venne quasi da piangere al pensiero che potesse rimanere ferito in quella che ormai sembrava un'impresa disperata. L'esercito del mare e quello dell'acqua non si vedevano ma non potevamo aspettare correndo il rischio di essere attaccati durante la notte.

In quel momento dal gruppo di maghi risuonarono le parole di una canzone. Pian piano ci unimmo al coro tutti insieme e all'apice della canzone una bolla traslucida e trasparente inglobò tutto l'esercito. Dalle truppe nemiche si levavano urla di guerra e grida mostruose.

-Fai risuonare il corno.- mi disse Edward quando furono tutti al sicuro. -Diamo inizio a questa guerra.

Afferrai il mio corno da battaglia e soffia dentro con quanta più aria potevo. Nell'aria si diffuse una nota bassa presto seguita da altri corni che si aggiunsero alla carica.

I fammin caricarono a piedi e le creature volanti del Tiranno, quelle sottospecie di lucertole volanti, cercarono subito uno scontro diretto con noi Cavalieri. Non avevano paura di niente i soldati del Tiranno eh? Bene, nemmeno io.
Con un grido mi lanciai verso uno dei tanti Cavalieri Neri e cercai di colpirlo con la spada. Il mio colpo fu bloccato da uno scudo magico a pochissimo dall'armatura del soldato.

"Immaginavo. Come faccio a passarla?"

Girammo uno intorno all'altro per qualche istante studiandoci. All'improvviso Yarell attaccò stuzzicato dal basso ringhiare della creatura nera. Mi strinsi alla sella mentre allungava il collo per mordere il muso del nemico. In quel momento il Cavaliere si alzò tentando di colpire il mio Drago ma fui più rapida di lui e intercettai il suo colpo che arrivò con più forza del previsto.

Strinsi i denti e feci forza sulla lama allontanandolo. Intanto Yarell aveva morso il muso del Drago che non era riuscito a colpire il mio Drago perchè coperto dall'armatura. Quindi il suo Drago oltre a non avere armatura non aveva protezioni magiche. Ottimo a sapersi.
Mi lasciai scappare un sorriso. Ora sapevo cosa dovevo fare.
 
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view post Posted on 29/12/2012, 20:02
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Somma Sacerdotessa dell'Eros

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L'attesa era veramente snervante e avrei buttato tutto all'aria se la mia fermezza e la mia determinazione non mi avessero trattenuta. Era l'ora di finirla! Non potevamo aspettare anni lì davanti a quella rocca maledetta. Anche il plotone nemico non accennava a muoversi e questo mi dava ancora più fastidio, non erano loro irrequieti di vittoria e non volevano portare come trofeo il sangue sulle loro lame?. Non avrei retto ancora per molto ad aspettare in quelle condizioni. Stavo nelle retrovie, affiancata dai tanti ragazzi che avevano assistito come me alle lezioni di Hisha. Non riuscii a scorgerla da nessuna parte, chissà forse era intenta a guidare un gruppo di esperti. Nelle retrovie non scorsi nessuno in particolare a cui dovevamo affidarci e prendere ordini. La posizione delle truppe, in questo senso, sembrava molto improvvisata e casuale. Non riuscii neanche ad intravedere il ragazzo che mi aveva dato delle lezioni con la spada, forse lui già indossava un armatura decente e si faceva valere nella mischia. Guardai disperata la mia gracile armatura e i pochi pugnali che possedevo. Non dovevo lanciarli altrimenti li avrei persi tutti in fretta, dovevo pontare più sul corpo a corpo. Eppure ingaggiare battaglia a queste condizioni con soldati armati di tutto punto non era il massimo. Per quanto disgustoso dovevo impadronirmi delle armi dei moribondi, altrimenti come avrei resistito? Una spada mi avrebbe fatto sicuramente più comodo per quanto inesperta. Non avevo neanche un po' di veleno per cospargere le lame e se i nemici avessero sfondato le file e sarebbero arrivati sino alle retrovie sarebbe stata la fine. Coraggiosamente avevo rifiutato l'invito di dare una mano nell'infermeria. Non ero una maga e sapevo a stento curare alcuni veleni elementari. Poi il mio posto era lì, dovevo essere una guerriera e non potevo rifugiarmi in quella tenda solo per scampare al mio stesso volere.

Ad un tratto osservai quasi con un brivido emergere dagli oscuri meandri della fortezza del Tiranno numerose sagome volanti. Non sembravano dei veri e propri draghi ma comunque qualcosa di molto simili ad essi. Non riuscivo a scorgere i Cavalieri ma da alcune persone che parlottavano lì vicino appresi che erano degli gnomi della mia Terra. Qualcosa in me si rifiutava di crederlo, avevo sempre saputo che c'erano dei traditori fra le Terre soggiogate dal despota eppure... magari fra di loro c'era qualcuno che non desiderava combattere. Riuscii a stento a trattenere le lacrime Perchè... perchè bisogna combattere fra di noi? Macchiare queste terre del nostro stesso sangue per la cupidigia di chi vuole ottenere il potere? Quasi mi riscosse una specie di urlo baritono e sanguinario, forse potevo definirlo un misto fra latrato e un ringhio. Resta il fatto che era orripilante lo stesso. Sentii anche un rumore metallico e assordante. Lo percepivo perfettamente anche da quella distanza e se stavi vicino come lo sentivi? Non ci volevo proprio pensare: doveva essere fortissimo. Preferivo la nostra silenziosità anche se puzzava di morte. Tutto l'esercito sembrava in attesa di qualcosa, speranza magari? Questa però si faceva attendere come se anche questo sentimento avesse paura della crudeltà dei nostri avversari. Eravamo veramente destinati a morire così miseramente? Ad un tratto uno strano tipo ci riportò un messaggio del generale Edward. Lui ci voleva spronare a combattere per quello che eravamo e che desideravamo ottenere. Un bel discorso solo che... quel tizio l'aveva riferito così meccanicamente e senza emozioni che sembrava più una minaccia che un "augurio". Ma quanta gente spiritosa c'è in giro. Le truppe si scossero un po' al discorso del generale e la maggior parte dei guerrieri si rianimò.

Ad un tratto sentii una ...canzone? No, non era possibile! Cercai invano la fonte di quelle parole. All'inizio era bassa e quasi mistica ma man mano che precedeva prendeva forma e potenza. Non riuscivo a spiegarmi il fenomeno quando quasi istintivamente iniziai ad accompagnare la melodia a ritmo con tutto l'esercito. Alzai lo sguardo e mi accorsi che anche i draghi stavano partecipando a quello strano rito. La volta celeste era ornata da accecanti folgori, scie di ghiaccio e vampe di fuoco. Se fosse stata notte e se non ci fosse stata quell'aria soffocante avrei pensato di assistere ad uno spettacolo pirotecnico. La formula terminò con una nota più acuta e penetrante delle altre e fui scossa da un brivido. Infatti avevo sentito attraversarmi dalla magia me n'ero accorta soltanto perchè questa si era scontrata con la piccola scintilla magica all'interno del mio corpo, reagendo al contatto. La mia aurea quasi scrollò dicendomi di non mollare e mi consegnò così tante energie che mi sentii quasi in grado di evocare una magia potentissima con le mie sole forze . Mi diede non solo coraggio ma anche per un momento mi fece credere nelle mie capacità come apprendista maga e futura guerriera. Si materializzò sul nostro esercito uno scudo a forma di cupola trasparente. Ecco chi aveva intonato la melodia, un gruppo di maghi che aveva fatto apparire questa protezione, per noi. Da come l'avevo percepita doveva essere una magia molto potente e faticosa. Ma ci avrebbe protetto dalle diavolerie del Tiranno?

L'aria fu scossa da il suono basso e penetrante di un corno che subito fu imitato da molti altri strumenti. Questo suono era quasi confortevole al confronto di quello ringhioso e maligno emesso dall'esercito del Tiranno. I nostri valorosi Cavalieri spiccarono il volo grazie alle loro montature alate che grandi e possenti non si facevano intimorire facilmente.L'agitazione era al massimo e iniziava ad infastidirmi quell'interminabile urlo lanciato dalle creature nemiche.

Me ne accorsi soltanto dopo: quelle "cose" volanti nemiche non ci misero molto ad attaccar briga con i nostri Cavalieri, dando inizio alla battaglia per cui avevamo viaggiato fino ad allora! Anche le truppe terresti iniziarono la loro corsa verso il nemico. Grazie agli dei ero nelle retrovie! Ma non si andavano a sfracellare a quella velocità contro i nemici che li raggiungevano faccia a faccia? Noi avanzammo con calma e ancora i due eserciti non si erano scontrati. Pensai alla paura di quelli della prima fila e di come ci invidiassero, magari. Avanzavo lentamente e con la paura nel cuore, non potevo ritirarmi indietro e per di più mi sarei ritrovata davanti dei nemici spaventosi. Come sarebbe andato a finire il tutto?Avevo troppe domande ma la sorte non dona mai delle risposte e così dovevo andare avanti e compiere quello che ormai avevo deciso sarebbe stata la mia prima battaglia. Titubante mise una mano su un pugnale e lo tenni stretta in una mano. Avanzavo con circospezione anche se non ce n'era reale bisogno... non ancora al meno. Però calarmi nella parte di guerriera mi aiutava a concentrarmi e a risvegliare il mio sangue freddo. Come avrei voluto vedere davanti a noi una guida e un grande leader, certo non parlavo del Generale, parlavo di uno nelle retrovie che ci dicesse come agire. Eravamo tutti dei novellini lì dietro. Pazienza, la forza serve altrove. Mi arrangerò così. Intorno a me poi non vedevo nessuno di veramente famigliare ed essere lontana a qualcuno a cui potevo essere utile... mi faceva stare un po' male. Eppure lì vicino avevo dei compagni della stessa barca e della stessa situazione avrei aiutato loro, e loro avrebbero forse salvato la mia vita.
 
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Nibius
view post Posted on 9/1/2013, 11:42




SPOILER (click to view)
QUOTE (Atena98 @ 29/12/2012, 20:02) 
...
se i nemici avessero sfondato le file e sarebbero (fossero) arrivati sino alle retrovie sarebbe stata la fine.
...


Edward von Nibius, Generale dell’Accademia

Layla diede fiato al corno e presto anche gli altri risuonarono tra le truppe. Era il segnale per dare inizio a quella che si sperava fosse l'ultima battaglia tra il Mondo Emerso e il Tiranno.
I fammin e le truppe alate del Tiranno caricarono con una ferocia e velocità mai vista, quelle creature erano state create appositamente per la guerra, erano fisicamente perfette.

Baltharot e Sorobre si lanciarono, in sella ai loro draghi e con tutta la cavalleria ai lati dell'esercito per cercare di disperdere i fammin e colpirli ai fianchi.
Ruben che guidava la fanteria di prima linea sul suo drago rosso, Astharot, diede il segnale ai lancieri di prepararsi a bloccare la carica.
Giocare sull'attacco passivo era l'unica via per poter affrontare la prima ondata di fammin, la nostra prima linea non avrebbe retto ad una faccia a faccia caricando direttamente quei mostri.
I soldati abbassarono gli scudi pronti a fermare i colpi nemici mentre i compagni dietro di loro formarono un muro le lance e picche.
Gli arceri di entrambe le fazioni si misero in azione. Lo scambio di frecce oscurò la visuale che avevo degli schieramenti, i draghi volavano troppo in alto per essere colpiti al momento.
Molti fammin caddero sotto i nostri dardi e morirono schiacciati dai loro stessi compagni, calpestati nella calca e nella foga.
Le frecce dell'esercito del Tiranno volarono fino a quasi raggiungere i nostri soldati. Dall'alto le vidi prendere fuoco contro la barrira innalzata da Folward e dagli altri maghi. La maggior parte si incenerì in aria prima di poter causare danni e colpire qualcuno.
Non tutte riuscirono a essere bloccate o deviate, alcune delle frecce erano incantate; per fortuna non tutte.
"Anche il Tiranno ha un limite alle sue risorse quindi" intravedevo una briciola di speranza.

Intanto in volo le creature provenienti dalla Rocca ingaggiarono battaglia con i nostri draghi.
Layla si lanciò contro la prima creatura che le capitò a tiro, il suo colpo fu bloccato da uno scudo magico poco più di un pollice dall'armatura del soldato.
Il drago bianco del Cavaliere cercò di mordere la lucertola volante, riuscì a strapparle un pezzo di muso mentre Layla lo protteggeva da una spadata dell'altro cavaliere.

Un'altra lucertola cercò di entrare nello spazio di Zabimaru per lottare con lui, pessima scelta. Il mio drago anche se più piccolo del suo avversario lo fermò di petto, di forza bruta.
L'altro cavaliere non capì cosa il mio drago cercasse di fare, fatto sta che tentò di colpirlo con la sua scure. Il colpo rimbalzò sull'elmo di Zabimaru riproducendo lo stesso rumore di una campana senza lasciare nemmeno il più piccolo graffio.
Il dragone nero avvolse con la coda il suo nemico alato e lo strinse in un abbraccio serrato, alzò lentamente la testa fino a portarla sopra il padrone della lucertola che cercava compulsivamente di colpire Zabimaru senza procurare alcun danno.
Da dietro l'elmo protettivo la mia cavalcatura guardò con tale ira quell'omino insulso che aveva osato colpirlo sulla testa, un brontolio sordo iniziò a scaturire dalla sua gola.
Prima ancora che l'uomo potesse urlare, Zabimaru vomitò su di lui una cascata di liquido acido, che lo sciolse senza lasciarne traccia. Il rigurgito colpì anche la schiena della lucertola formando un buco da parte a parte.
La creatura iniziò a divincolarsi e sibilare fino all'ultimo spasmo. Quando la mia fedele cavalcatura lo mollò, il cadavere cadde senza vita sulla barriera creata dai maghi, prese fuoco e venne colpita da scosse. Scivolò sulla cupola di lato fino a terra in una zona dove giacque morta.

L'impatto con la fanteria fu violento.
Molti dei nostri morirono sul colpo, le armi dei fammin mulinarono tranciando di netto i soldati scoperti. Piccoli gruppetti di soldati si organizzavano per colpire lo stesso mostro e abbatterlo il prima possibile, gli arceri da dietro continuavano a colpire le file più arretrate dell'esercito del Tiranno per sfoltire il più possibile le sue linee.
I maghi cercavano disperatamente di proteggere i guerrieri e alcuni caddero a terra sfiniti, quelli addetti all'attacco lanciavano di continuo magie e incantesimi che lasciavano sul terreno nemici carbonizzati.
Il campo di battaglia era già un caos di sangue, corpi mutilati, palle di fuoco e fulmini che vorticavano in una macabra danza.


-----------------------------------------------------------------------------------------------

Folward

L'incantesimo di protezione mi privò di parecchie energie ma cercai di non darlo a vedere. Mi mossi più velocemente possibile verso le armi d'assedio per dare istruzioni.
Presi un gruppetto di ragazzi e gli impartii ordini facili.
<< Lanciate con le catapunte e le baliste, mirate direttamente alla Rocca, se l'edificio cade con lui seguirà il Tiranno>>
Mi voltai a guardare la fortezza di granito nero, era massiccia e sembrava inespugnabile.
<<ora scusatemi ma devo andare>> mi incamminai zoppicando verso le prime linee, la avevano bisogno di me.

SPOILER (click to view)
Atena poi decidere se ricevere l'ordine da Folward o andare ad occuparti dei feriti, scegli tu.
 
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scoiattolinaTheBoss
view post Posted on 11/1/2013, 21:05




PG: Layla, Cavaliere di Draghi.

Il duello contro l'altro Cavaliere stava durando un po' troppo. Dopo aver perso un pezzo di muso, la lucertola cercava di evitare il più possibile di avvicinarsi così dovevo rincorrerlo per mezzo cielo. Alla fine, esasperata, bloccai la corsa di Yarell.
Alzai la celata dell'elmo e guardai fisso il mio nemico.
-La tua lucertola ha paura del mio Drago?! E io che speravo in un duello alla pari. Beh me ne vado. Non ha senso combattere contro un coniglio come te!

Feci voltare Yarell che fremeva sotto il mio corpo. Aveva capito cosa volevo fare. Sperai che le mie parole colpissero il punto giusto e sorrisi quando poco dopo sentii un urlo alle mie spalle. Yarell scese in picchiata mentre la lucertola ci seguiva con il suo Cavaliere visibilmente incazzato.
Il mio Drago fece una rapida deviazione e riprese a salire per poi fare una giravolta e trovarsi di fronte al nemico. Non si fermò e allungò il collo per afferrare il muso della lucertola. Questa era troppo lenta in confronto al mio Drago d'Argento e si ritrovò con il collo bloccato tra le fauci di Yarell.
Sorrisi e il mio rivale rimase impietrito. Con un gesto rapido Yarell staccò di netto la testa della lucertola che cominciò a cadere verso il suolo sulle schiere di fammin che lottavano più in basso.
Quando atterrò schiacciando molti corpi non riuscii a vedere che fine avesse fatto il Cavaliere. Sperai che fosse morto a causa dell'impatto ma non ebbi modo di confermarlo.
Guardai per un momento la battaglia che infuriava sotto di noi.
Le nostre truppe faticavano a tenere testa al Tiranno e dalla Rocca uscivano continuamente nuovi soldati pronti a rinforzare le schiere nemiche. Noi non avevamo la possibilità di far riposare i guerrieri stanchi che erano costretti a combattere fino alla loro fine.
Gettai uno sguardo verso nord nella speranza di vedere l'esercito della Terra del Mare ma non c'era nessuno all'orizzonte. Ci avevano abbandonati o erano stati bloccati da un'altra porzione di esercito del Tiranno? Sperai ardentemente per la seconda ipotesi.

-Yarell diamo una ventata di aria fresca ai nostri nemici, che ne dici?

Il mio Drago ruggì in risposta e scese verso il basso per cercare di mirare al meglio i nostri nemici. Non sapevo cosa avrebbe scelto di usare, se il cono freddo o quello di gas paralizzante e lo lasciai scegliere liberamente. Optò per il primo creando una zona di aria fredda attorno all'esercito nemico mentre cercavano di colpirci con frecce e lance. Per fortuna lo scudo magico di Vaan funzionava a dovere anche se verso la fine della corsa si ruppe e dovetti sostituirlo con il mio.
Guardai verso le nostre truppe per individuarlo e notai che era inginocchiato a terra e stava vomitando.
Feci fermare Yarell lì vicino e lo rimandai a combattere da solo.
Mi avvicinai di corsa a Vaan che stava ancora lottando con il suo stomaco.

-Vaan, tutto a posto?
Lui alzò lo sguardo verso di me. Era pallido e sudato. I capelli bianchi gli si erano appiccicati alla faccia.
-Si, Lay. Scusami. Uno scudo sul tuo Drago e continue palle di fuoco e fulmini sull'esercito nemico erano un po' troppo... dispendiosi.- cecò di fare un respiro profondo che gli si bloccò in gola e si voltò di nuovo per vomitare.
-Ora torna nella tua tenda e riposa un paio di ore. Tieni.- gli porsi la mia borraccia d'acqua. -bevi molto e mangia qualcosa. Quando sarai di nuovo pronto ci rivediamo.
-Lay posso combattere...
-Piantala. Se non ci vai da solo ti ci porto di peso e ti lego al letto. Consideralo un ordine di un tuo superiore. Ci vediamo dopo.

Detto ciò lo lasciai e mi buttai nella mischia andando a rinforzare le prime file. Avevano bisogno di tutto l'aiuto possibile.
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PG: Hisha Endless

La mia spada cozzò contro l'ascia di un fammin. Il contraccolpo mi fece tremare fino ai piedi ma digrignai i denti e respinsi l'attacco. Gocce di sudore mi finivano negli occhi che bruciavano ma non potevo permettermi pause. La battaglia era serrata. Almeno eravamo protetti dalle frecce grazie allo scudo dei Maghi che però andava via via assottigliandosi sempre di più.
Il fammin davanti a me riprese l'assalto con maggiore ferocia. I suoi occhi rossi brillavano di una luce crudele e dal suo muso canino uscivano canini appuntiti macchiati di sangue.

"Questi stronzi mordono pure!?" pensai.

Schivai il suo colpo attenta a non farmi colpire con la lama affilata dell'ascia. Mi girai e tentai di colpirlo con un fendente al suo fianco destro. Sentii la carne dura del fammin ed esultai. L'avevo colpito. Così però ero troppo vicina. Sollevai lo sguardo e vidi l'ascia che calava velocemente verso la mia testa. I fammin non provavano dolore.
Rotolai a terra mollando la presa sulla spada ancora nel fianco della creatura.
Portato a vuoto l'assalto, il fammin si guardò intorno per cercarmi. Non si preoccupò nemmeno di togliersi la mia spada dal fianco.

"Merda".

Finii accanto ad un soldato morto e cercai la sua spada mentre il mio nemico, dopo avermi inquadrato, mi stava caricando. Quando fu ad un passo da me trovai la lama del morto e la tesi dritta verso di me. Il fammin ci si impiantò come avevo sperato.

"Sono proprio stupidi, carne da macello creati per far paura a noi soldati".

Per un momento mi guardò con uno sguardo limpido e mi sembrò chiedermi scusa. Poi morì e il suo cadavere mi schiacciò a terra.

"Porc..."

Mi ci volle qualche minuto per togliermi la creatura di dosso.
Mi rialzai e riafferrai la mia spada. Sollevai la celata dell'elmo e mi detersi il sudore dalla fronte. La battaglia si era spostata più a est rispetto a me e non si capiva chi fosse messo meglio. I due eserciti combattevano con ferocia ma il Tiranno aveva continuo ricambio di soldati mentre noi no.
Sospirai e mi inginocchiai a terra. Le gambe mi dolevano e a stento mi sentivo le ginocchia. Quell'armatura pesava troppo ma se volevo rimanere viva era meglio che la tenessi ben stretta.
Buttai lo sguardo sulle retrovie e trovai i ragazzi spaesati. Qualcuno stava portando i feriti nella tenta dell'infermeria ma altri stavano immobili in attesa di altri ordini. Per fortuna il Mago Folwar se n'era accorto prima di me e ordinò ai soldati di andare verso le baliste e le catapulte. Ottimo.

Mi rialzai e mi gettai di nuovo in mezzo alla mischia. Non potevo permettermi troppi minuti di pausa.

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PG:Selene, Consigliere della Terra del Vento

I primi feriti arrivarono a breve distanza dal suono dei corni di battaglia. Mi rimboccai le maniche e chiamai quattro tra i ragazzi più esperti.
-Guardate come seleziono chi starà sulle brande e chi può sedersi a terra. Poi ognuno di voi si prenda un gruppo di ragazzi e gestisca le ferite come meglio crede. Ho totale fiducia in voi. Ricordate di portare a me i più gravi.

Gettai un'occhiata ai primi due soldati. Uno aveva uno squarcio sul fianco e lo feci distendere sulla branda mentre l'altro era ferito su una spalla e lo feci sedere in un angolo della tenda.

-Bisogna ricucirli entrambi ma prima pulite la ferita. Cuciteli e piazzate gli impacchi di erbe. Niente magia. Non sono troppo gravi.

Due dei ragazzi annuirono e si presero cinque o sei ragazzini inesperti per spiegare loro come si ricucivano i feriti. Era dura farlo e solitamente i soldati si lamentavano molto. Faceva un male cane, peggio della ferita con la spada. Molti soldati svenivano dal dolore ma forse era addirittura meglio che stare vigili a guardare e sentire l'ago che affondava nella carne dolorante attorno la ferita. Fortunatamente questi due soldati erano già stati ricuciti in precedenti battaglie e l'unico gemito che sentii venne da uno dei ragazzi che uscì dalla tenda per vomitare. Non sarebbe stato l'ultimo.

Poi ne arrivarono sei in contemporanea. Due molto gravi e uno più al di là che di qua. Questo lo feci condurre nel quadrato di tenda separato rispetto al resto, che avevo preparato apposta per i feriti più gravi.
-Per quei due usate la Magia per fermare il sangue. Gli altri vanno ricuciti. Controllate anche se hanno ematomi e curate anche quelli. Potrebbero essere causa di emorragie interne.

Seguii il ferito grave e ringraziai il ragazzino che me lo aveva portato che uscì di corsa dalla tenda con le lacrime agli occhi.
A terra c'era un'unica distesa di paglia e misi sotto la testa del ferito un cuscino di piume. Lui mi strinse il braccio e mi guardò con enormi occhi azzurri già velati di morte.
Quando parlò un rivoletto di sangue gli uscì dalle labbra. -Se non puoi salvarmi... uccidimi.
Controllai la sua ferita e mi morsi il labbro inferiore. Lo squarcio che aveva all'addome era così profondo che stavano per uscirgli le budella. Mi stupii che fosse ancora vivo e in grado di parlare.

Non dissi nulla ma mi accostai al tavolo delle pozioni e ne afferrai una blu. La portai alla sua bocca e lo aiutai ad ingerirla. Non so come ma capì che serviva per rendergli il trapasso più facile e meno doloroso. Quando ne ebbe bevuto un sorso consistente si rilassò e appoggiò la testa al cuscino. -Grazie- sussurrò prima di chiudere gli occhi e addormentarsi. Pochi minuti e sarebbe morto.

Andai ad aprire il retro della tenda per far entrare un po' di aria fredda e riprendermi. Odiavo somministrare quel tipo di pozioni ma avevo capito al primo sguardo che non sarebbe sopravvissuto anche con un incantesimo di cura potente.

Dopo di lui ne arrivarono altri, più o meno della stessa gravità. Alcuni riuscii a salvarli, altri mi supplicarono ma non potei fare nulla per loro. Qualcuno pianse e qualcuno mi ringraziò. Ogni dieci minuti uno dei ragazzini rimasti nell'accampamento veniva a portare via i cadaveri su un carretto per portarli in una radura dove li avremmo seppelliti o bruciati. Di solito in guerra venivano seppelliti ma non avevo ancora avuto direttive da nessuno riguardo questa cosa.
Dopo due ore ero distrutta.
In quel momento si affacciò Vaan alla mia tenda. Era sudato e due occhiaie nere gli segnavano gli occhi.
-Vaan! Accidenti che ti è successo?
-Avresti per caso una pozioncina per farmi ricaricare le energie?- mi chiese con un sorriso tirato.
-Naturalmente si.- mi voltai e gli porsi una boccetta che conteneva un liquido violaceo. Lui ne bevve avidamente tutto il contenuto e riprese un colorito più sano in viso.
-Dovresti cercare di dormire un paio di ore.- dissi.
Lui si passò una mano sul volto. -Come potrei dormire?- si sedette in un angolo della tenda e osservò i feriti gravi.
-Ti serve una mano?
Scossi la testa. Ci mancava solo che si mettesse a fare magie in quelle condizioni.
-Prova a vedere di là dai meno gravi. E non osare fare magie. Ricordati che riconosco il tuo segno. Probabilmente c'è da ricucire qualcuno.
Lui annuì e si rialzò. -Grazie. - mi disse poco prima di uscire.
Scossi al testa e ripresi a lavorare su uno dei feriti.
"Non sarà l'ultimo Mago stanco che ti chiederà una pozione..." pensai.

Edited by scoiattolinaTheBoss - 19/1/2013, 14:00
 
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Franesca
view post Posted on 25/1/2013, 18:14




va bene se ho fatto come se la guerra fosse già più o meno al termine così entravo in campo? se ho sbagliato ditemelo così correggo e rimango a poltrire nelle retrovie


Attendere era snervante, però non avevo più paura della morte. Ormai ciò che avevo fatto per prepararmi a quel momento era passato e il futuro era già segnato. Morire lì aveva qualche valore e il mio obbiettivo non sarebbe morto con me, no avrei compiuto qualcosa. Sentivo che quella era l'ultima battaglia. Molte volte mi ero domandata come sarebbe stata, come avrei capito che fosse l'ultima. Pensavo sarebbe stata diversa, magari annunciata da qualcosa di eclatante, ma era una battaglia come tante, un massacro senza pudore. Però alleggiava nell'aria qualcosa, qualcosa che faceva capire che quel folle omicidio di massa era l'ultimo. Forse era la speranza, una cosa estinta ormai da tempo, oppure sopita ma pronta a risvegliarsi per l'ultima battaglia, l'ultima occasione per vincere.
Dovevo mettermi in moto, le urla belluine dei mostri del Tiranno non facevano che mettermi voglia di scendere sul campo e agire.
Erano lì, un ammasso rosso e ripugnante, macchine da guerra senza esistenza, ora allineate lì contro di noi, contro di me. Con orrore osai guardare dietro quell'ammasso rosso e gli vidi. I traditori. Uomini e gnomi venduti al Tiranno, avvinghiati alle spire del potere, un potere che sicuramente non avrebbero ottenuto. Alzai ancora lo sguardo e le vene smisero di far fluire il sangue. Eccoli lì, i morti, un'altra folle invenzione del Tiranno per vincere quella dannata guerra.
Poveri fantasmi risvegliati per rispondere al comando di una mente malata. Sì, solo una mente malata poteva creare quei mostri e risvegliare i morti per massacrare popoli indifesi senza una ragione.
Osservai i nostri combattenti. Normali umani pronti a tutto per riprendersi ciò che era suo. Come me. Io ero lì per me, per dare pace a quei demoni che mi rodevano e al ricordo del mio villaggio in fiamme. Volevo la pace e se per ottenerla dovevo passare per quella strada, ben venga.

Un corno suonò il suo canto di guerra. Tremai ed ebbi paura. Fu come se da quel suono furono risvegliate tutte le mie emozioni. Terrore. Di colpo avevo cara la mia vita, la mia esistenza. Strinsi le dita attorno all'acciaio dell'elsa di uno dei pugnali che mi avevano fornito prima di scendere sul campo. Avevo le mani congelate e il freddo dell'elsa non migliorava le cose, ma stringere un'arma mi dava un po' più di forza. Cercai con lo sguardo qualcuno che conoscevo, magari la maestra Hisha o i miei amici Barod e Sorhan, gli unici ragazzi con cui ero riuscita a parlare tra gli allenamenti e l'aria tesa dell'accampamento.
Temeso che li fosse successo qualcosa. Calma, calma, devo stare calma.
Le prime linee cozzarono e da ambo le parti iniziarono a piovere frecce. Ne evitai una che era riuscita a oltrepassare una bariera alzata da dei maghi.
Non morirò, non devo morire, alla fine ci sarà pace. Pensai a come poteva essere la vita senza guerra. Se Raven mi ha perdonato e magari la mestra Hisha gli dirà che sono stata brava in guerra e mi farà rientrare in Accademia, allora io mi impegnerò e diventerò Cavaliere. A quel pensiero guardai il cielo. I draghi e i loro cavalieri stavano portando avanti la guerra anche in cielo.
Intanto, a terra, la guerra procedeva senza di me. Ma io sarò in grado di uccidere? questa nuova coscienza prevalse sui ricordi e sui sentimenti, sulle speranze. Allenarsi con un fantoccio era un conto ma uccidere...
Sono qui e devo andare avanti Il rombo della guerra mi avvolse e carcai di combattere contro le mie paura.

Un altro tuono di corno e corsi. Corsi senza fiato. è giunto il momento Sfoderai il pugnale. C'era poca gente come me in campo e pochi sopravvissuti nemici. Anni di "nulla fare" pochi mesi di duro lavoro e poi eccomi qui, a finire i sopravvissuti e recuperare i proprio compagni. Mi fossi impegnata prima avrei fatto di più per la mia patria
Una macchia rossa. Un fammin. Era ferito, ma aveva ancora l'ascia in mano. Le mie pupille si dilatarono e i sensi si acutirono e si allungarono. I muscoli tesi e le parole di Hisha nelle orecchie.
il corpo e l'arma sono un tutt'uno La mia lama era come un prolungamento del mio arto? Sì. La presa salda ma morbida. Alzai il braccio per levare un fendente sul fammin che stava già preparando un colpo. devi essere morbida. Non stare rigida ero rigida e anche troppo, per la paura di sbagliare il colpo e di rimanere uccisa. Mi concentrai al massimo e solo allora i miei muscoli e il mio cervello furono veramente in sintonia. stare in equilibrio sul terreno. In quel punto il terreno era in discesa. Lo sfruttai per stare più bassa, perchè avevo notato che il fammin mirava a tranciarmi la testa, con la sua ascia. Scesi ancora un po' ed evitai un fendente, poi azzardai un affondo già dove era ferito.
già siete voi che dovete decidere se un avversario muore o no?
 
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view post Posted on 28/1/2013, 13:38
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Somma Sacerdotessa dell'Eros

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Noi delle retrovie vivevamo solo passivamente la battaglia e il terribile impatto che stavano creando i due eserciti. Le nostre truppe erano guidati da vari Cavalieri di Drago che non esitarono a buttarsi nella mischia, guidando i loro sottoposti. Eppure al momento dello scontro successe qualcosa a cui non avrei mai pensato, ma era sicuramente molto ingegnoso. Per evitare e attutire alla meno peggio il vandalismo nemico quelli in prima fila usarono principalmente i loro scudi mentre i soldati che li seguivano usarono delle armi per colpire a distanza, come le aste e i giavellotti. Mentre il corpo di arcieri fece del suo meglio per creare uno strato di frecce e dardi. La maggior parte di loro centrò i bersagli, persino con soggetti in movimento , quelli colpiti in punti non vitali, finirono travolti dai loro stessi compagni. Eppure gli avversari non rimasero a guardare e per questo scatenarono a loro volta le loro munizioni, facendo cadere molti dei nostri. In più la distesa nemica era immensa e per quanti cadevano in massa, subito arrivavano altri a rimpiazzarli. Eppure la barriera evocata dai maghi sembrava in qualche modo avere effetto, visto che alcuni oggetti scagliati dai nemici si bruciavano al contatto di questa. Non riuscivo a spiegarmi precisamente l'evento, dopottutto lo scudo non mi sembrava che avesse una parte magica più forte e una meno potente. Sentivo l'energia quasi distribuita omogeneamente e soltanto a scatti, quasi repentinamente, sentivo il chakra muoversi verso dei punti più vicini alle prime file, probabilmente per attutire i colpi diretti.

Un rumore estraneo alla situazione mi costrinse ad alzare allarmata lo sguardo. Una creatura volante del Tiranno si era scontrata violentemente contro il frutto della magia dei nostri e uno dei Cavalieri lo stava attaccando ferocemente, facendolo retrocedere. Avevo avuto l'occasione di averli studiati un po' più da vicino. Erano squamosi e molto simili a dei draghi. Erano più affusolati e mi davano più l'idea di essere più agili che forti. I nostri alleati però possedevano entrambe le capacità e in questo eravamo avvantaggiati. Forse era quello che cercavano le truppe del Mondo Libero: le debolezze dell'avversario. Questo ci avrebbe dato sicuramente speranza ma c'era dell'altro. Non riuscivo a capire ma pensavo che un forte aiuto positivo ci venisse in aiuto.

I miei occhi erano fissi e guardavano disperatamente le truppe che mi precedevano, cercando di sbirciare qualche scena di guerra e come stavamo combattendo. Purtroppo le poche cose che vedevano raffiguravano perfettamente la morte e la strage. I fammin non solo colpivano senza pietà ma si divertivano a straziare il più possibile i corpi. Era uno spettacolo piuttosto squallido e avrei augurato a tutti di non finire sotto i loro colpi. Ma fra le numerosissime schiere di quei mostri potevo vedere anche alcuni uomini e degli gnomi. Era strano da dire ma in molti di loro notavo uno sguardo feroce e maligno che eguagliava quello dei mostri creati dal Tiranno. Non riuscivo a spiegarmelo... loro non volevano la libertà? Oppure il Tiranno li aveva tratti in inganno con ricchezze e ricompense varie? In altri potevo quasi notare una ripugnanza ad uccidere, probabilmente perchè erano stati obbligati ed erano degli assoggettati delle Terre in dominio del Despota. Alcuni di loro soccombevano subito e potevo quasi notare che per loro era quasi un sollievo, sicuramente se ne avessero avuto l'occasione si sarebbero uniti a noi. Ma per degli scherzi della sorte non gli era stato possibile e dovevano perire così, sotto le armi di quelli che loro consideravano compagni. Più andavo avanti più mi rendevo conto che la guerra era orrenda ma c'era e dovevamo toglierla di mezzo. Ma soprattutto vincere e poi assicurare alle future generazioni pace, prosperità e la fratellanza fra le diverse Terre.

Ad un tratto vidi quello stesso mago zoppo che avevamo incontrato Barod ed io dopo l'esplorazione nel bosco. Prelevò alcuni ragazzi dalle retrovie e da quello che riuscii a sentire, iniziò a dargli istruzioni sulle catapulte e roba varia. In un certo senso mi sentii sollevata che non mi avesse scelto. Pensavo che aiutare direttamente nelle retrovie fosse ancora più utile, tanto figurati se la Rocca non fosse stata ricoperta da una magia potentissima. Avrei aiutato i moribondi e avrei fatto fuori,con le poche armi che possedevo, i nemici che fossero riusciti a penetrare lì dentro. Con il pugnale stretto fra le dita, iniziai con circospezioni a fare una "ronda" nelle retrovie.
 
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giobba
view post Posted on 12/2/2013, 18:32




L'aria mi smosse i capelli dalle spalle al vento, guardando l'accampamento mi arrivarono alla mente i ricordi di quando aveva disertato per cercare l'assassino di mia sorella,unica persona ancora viva dal massacro della mia famiglia, e pensai:
"quel farabutto l'ho trovato ma il tiranno dovrà ancora pagare per quello che ha fatto e quale modo migliore se riunirmi all'esercito nemico" e così era stato: con grande fatica era riuscito a rientrare nell'accademia e a essere rimandato all' accampamento sebbene gli altri fosserò andati in battaglia, lui intendeva aspettarli. Ma così non andò: venne spedito subito in guerra con una leggera giubba di cuoio e una spada.
Durante il viaggio mi misi a parlare con un soldato li di fianco:
disse di chiamarsi Ralof e di venire dalla terra della notte, disse di trovarsi li perchè il tiranno aveva ucciso sua moglie e sua figlia e io dissi tra me e me:
- a quanto pare siamo tutti un pò simili qua in guerra- gli diedi una pacca sulla spalla e gli augurai buona fortuna.
Arrivammo che la battaglia era già iniziata e pensa:
"finalmente questo momento è arrivato" ma nonostante tutto ero totalmente calmo, mi chinai presi una manciata di polvere e me la sparsi sulle mani dirigendomi verso l'esercito.
D'un tratto vidi uno svolazzo di capelli neri con la coda dell'occhio e riconobbi Sorhan, mi voltai e dissi beffardo per scherzare:
- non si combatte oggi?-.
 
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Nibius
view post Posted on 18/2/2013, 09:59




Edward von Nibius, Comandante dell'accademia.

La battaglia si stava prolungando troppo e le truppe della Terra dell'Acqua e del Mare ancora non si vedevano all'orizzonte.
Non credevo che ci avessero abbandonato a questo infausto destino, forse erano state fermate da qualcosa o da qualcuno.
Forse il Tiranno aveva più alleati di quanti potessimo immaginare.

Guardai in basso verso il punto caldo dello scontro tra i due eserciti, una distesa di corpi di entrambe le fazioni ricopriva il suolo.
Cadaveri di uomini, gnomi, fammi, draghi e creature del Tiranno giacevano inermi mentre i loro compagni combattevano ancora o agonizzavano.
Le nostre truppe a cavallo riuscirono a sfondare i fianchi nemici e diedero aiuto ai fanti impegnati in michia.
Dal cielo i draghi combattevano contro le loro nemesi artificiali e di tanto in tanto riversavano a terra il loro soffio per falciare i fammin spavaldi.

Io supportavo i draghi in volo, dando loro istruzioni su come mantenere le formazioni e affrontare i nemici.
Osservavo il campo di battaglia dall'alto e comunicavo con le retrovie sul da farsi con semplici incantesimi di comunicazione.
Le speranze di vittoria calavano ad ogni caduto, ormai non c'erano rimaste molte speranze.

Stavo per dare il segnare a Folward di ritirata ma mi bloccai. In piedi, in cima alla Rocca, una piccola figura nera incappucciata si ergeva per gustarsi il teatro della battaglia al sicuro.
<<non può essere lui>> pensai, ma chi altro poteva essere se non il Tiranno che, al sicuro, dava a sua volta comandi ai fammin?

Fino a quel momento combattei solo con Raw-celeb, quando vidi il Tiranno estrassi anche Estrassi Hathel-lith. Ero pronto, ero stato addestrato per quel momento e avrei adempito al mio compito, costi quel che costi.
Spronai Zabimaru in direzione della Rocca gridando da dietro l'elmo della mia armatura.
Il ruggito del drago nero sovrastò le grida dei feriti e dei moribondi, di chi implorava aiuto o pietà, e dei ruggiti dei fammin, i mostri rossi del Tiranno.

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Folward, mago semplice.

Era difficile muoversi per me sul campo di battaglia, i corpi mi rendevano faticosi gli spostamenti.
Intorno a me i giovani studenti cercavano di recuperare i feriti e portarli nelle retrovie alle tende dei maghi.
La devastazione era immensa. Lo scudo protettivo stava cedendo come le altre protezioni magiche lanciate sull'esercito. I maghi erano allo stremo e non potevano continuare per molto.
La mia attenzione cadde una ventina di metri più avanti.
Il cavaliere di drago Layla era intenta a combattere contro diversi fammin insieme, i suoi compagni intorno erano caduti e altri mostri si stavano unendo alla mischia.
Mi concentrai per richiamare le energie sufficienti mentre Layla veniva incalzata di continuo.
Tre avversari calarono le loro pesanti asce contemporaneamente sulla guerriera.
Puntai il palmo della mano contro la donna e pregai di fare in tempo, dovevo usare un incantesimo rapido anche se questo voleva dire spendere più energie e renderlo meno efficace.

<<respingi>> intorno a Layla si allargò una bolla come quella che copriva l'esercito. Le asce dei nemici rallentarono come immerse nella melassa fino a fermarsi, infine la bolla esplose con un lieve 'pop'.
Un vento proruppe dalla bolla scoppiata verso l'esterno facendo cadere e rotolare a distanza di sicurezza i fammin da Layla.

Mi avvicinai fino al cavaliere finché i fammin si stavano riprendendo dalla botta.
<<mia Signora>> mi inchinai <<dobbiamo tornare tra i ranghi, qui siamo troppo esposti>> mi guardai intorno. I fammin si erano ripresi più velocemente del previsto ed erano pronti a ricominciare.
Un paio mi guardavano con un ghigno divertito, vedere uno storpio inerme su un campo di battaglia doveva essere divertente per loro.

<<mia Signora, la prego di darmi copertura finché non mi libero di questi mostri. Ho bisogno di un minuto di assoluta tranquillità, non posso muovermi o terminare la formula all'improvviso>> appoggia la mano sulla spalla della guerriera, l'armatura era fredda e ricoperta di sangue.
<<tenga, questo me l'ha insegnato mio padre>> una scossa elettrica si diffuse lungo il mio braccio e avvolse Layla.
<<questo triplicherà la sua velocità>> non credo che il cavaliere avesse capito le mie parole, le saranno arrivate lente e distorte.

<<e ora se mi permette..>> impiantai il bastone a terra e iniziai a recitare una formula. L'ultima cosa che vidi prima di chiudere gli occhi fu Layla muoversi ad una velocità innaturale, il mio incantesimo aveva fatto effetto.

Edited by Nibius - 18/2/2013, 17:15
 
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scoiattolinaTheBoss
view post Posted on 20/2/2013, 22:51




Cavaliere di Draghi Layla

Sfilai la spada dal corpo del fammin che cadde a faccia in giù nella terra. Non ebbi nemmeno il tempo di respirare che un nuovo avversario mi sfiorò la spalla destra con l'ascia. Evitai il colpo finendo quasi addosso ad un altro fammin.
"Quanti sono?"
Parando uno dei colpi con la spada alzai lo sguardo per cercare soldati amici. Erano lontanissimi. Ero finita troppo avanti nella mischia e mi avevano praticamente accerchiata.
"Stupida!"
Ammazzai un altro fammin e sputai sul suo cadavere un grumo di terra e sangue.
Prima che potessi riprendere a combattere una bolla si formò attorno a me esplodendo in pochi secondi verso l'esterno facendo sbalzare i fammin a qualche metro di distanza.
All'improvviso mi sentii toccare la spalla. Sobbalzai e mi preparai a colpire ma con mia sorpresa mi trovai davanti Folward, il Mago amico di Edward.
-Sei stato tu a...?
<mia Signora>> si inchinò <<dobbiamo tornare tra i ranghi, qui siamo troppo esposti>>
-Puoi aiutarmi?
<<questo me l'ha insegnato mio padre>> furono le sue ultime parole che afferrai. una specie di scarica di energia mi ricoprì da capo a piedi. Vidi le labbra di Folward muoversi ma parlava così lentamente che mi riusciva difficile ascoltarlo. Mi mossi mentre i fammin si rialzavano ma tutto sembrava andare ad una lentezza quasi esasperante.
Mi voltai verso il mago e capii che stava preparandosi a recitare un'altra formula. DOvevo cercare di fare piazza pulita e tenerlo al sicuro.
Corsi da un fammin all'altro affondando la mia spada senza esitazione nei punti vitali di quelle orrende creature. In pochi attimi avevo ucciso tutti quelli che mi avevano accerchiato. Mantenendomi sempre vicina a Folward cercai i miei prossimi bersagli.
"Questa magia è una figata!"
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Capitano Hisha

Sollevai un soldato e lo trascinai verso l'accampamento. Era ridotto male ma poteva sopravvivere. Lo allontanai dalla mischia conducendolo verso le retrovie. Improvvisamente vidi una delle poche ragazzine che avevo notato durante gli allenamenti. Girava nelle retrovie probabilmente in cerca di nemici ancora vivi.
-Ragazzina!- urlai. -Aiutami! Lascia perdere i nemici.
Attesi che sollevasse il soldato prendendolo sotto l'altro braccio per riprendere la camminata verso l'infermeria.
-Non hai ancora ucciso nessuno vero? Si vede dalla tua faccia. Dovrai farlo, prima o poi. Per adesso lascia perdere i nemici praticamente morti. Aiutami a portare in salvo gli amici che possono essere salvati.
Lasciammo il soldato alle cure dei ragazzi dell'infermeria, dùstravolti e sporchi di sangue fino ai gomiti.
Poi ricondussi la ragazza verso il campo di battaglia alla ricerca di altri soldati ancora vivi.
Più avanti infuriava la guerra ma al momento non potevo pensarci. DOùovevo istruire quanti più ragazzi possibili a come essere utili nelle retrovie.
Trovammo un gruppo di tre soldati. Uno di loro si era bendato da solo il braccio staccato di netto dal taglio di un'ascia. Uno era sdraiato a terra e muoveva le labbra in una muta preghiera. L'altro aveva perso un'occhio.
Dissi alla ragazza di occuparsi del soldato steso a terra mentre io facevo alzare gli altri due.
-Uccidimi!- gridò il soldato sdraiato afferrando il braccio della ragazza. Negli occhi neri si coglieva tutta la disperazione di chie sapeva di essere già morto.
-Uccidimi. Fa troppo male.- un fiotto di sangue gli uscì dalla bocca. -Un colpo solo, in mezzo al petto.
La ragazza mi guardò e io annuii. Era una richiesta comune e le sue ferite erano davvero troppo gravi per essere curate.
Mi voltai giusto in tempo per vedere due soldati nemici avvicinarsi con le spade sguainate.
-Andavene! PRESTO!
Sfoderai la mia arma e mi lanciai all'assalto per proteggere la ragazzina. Erano bravi guerrieri, sicuramente addestrati. Io ero di certo in grado di tenere testa a tutti e due contemporaneamente ma ero stanca e non ero concentrata al cento per cento. Avevo bisogno di bere. La gola mi bruciava come fosse fatta di fuoco, la polvere mi faceva lacrimare gli occhi e le innumerevoli ferite mi pulsavano dolorosamente.
"Ce la posso fare."
 
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26 replies since 27/11/2012, 10:21   406 views
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